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Il testo indaga la complessa tematica dei rapporti tra genitori e figli, con particolare riferimento al perpetuarsi di modelli educativi devianti nelle famiglie di ‘ndrangheta, che i dati esaminati confermano replicarsi senza sosta da una generazione all’altra. All’interno delle realtà osservate, il processo di crescita si presenta come un percorso di vita precostituito già dato e dal quale il bambino non può disco-starsi, perché la cultura familistica che domina in ambienti mafiosi non conosce la libertà del singolo, ma solo la forza prepotente del clan, inteso come un unicum indistinto nel quale le individualità si fondono per perdersi definitivamente ed inesorabilmente. Consigliato presso il Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze umane dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
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